Nome d'arte di Andrée Madeleine Heuschling, attrice francese. Modella preferita di A. Renoir, la «bella Dedée», come è solita farsi chiamare dall'artista, ne sposa il figlio Jean, nel 1919, due mesi dopo la morte del pittore. Allora il futuro regista si dedicava ancora alla ceramica seguendo il consiglio del padre, mentre la donna, adottato il nome d'arte C.H., già sognava il cinematografo. Non può, quindi, che intitolarsi Catherine (1925) la sceneggiatura d'esordio di Renoir, codiretta insieme all'attore A. Dieudonné. Il film è un fiasco, ma la magnetica e sensuale Catherine sarà protagonista anche della prima vera opera di Renoir, La fille de l'eau (La ragazza dell'acqua, 1925) e del successivo Nana (1926), che ne consacra la maschera dagli occhi chiarissimi e dall'incarnato pallido e trasfigurato, incastonata su un corpo morbido e flessuoso, la cui frenetica elasticità mostra come la H. sia tra i pochi interpreti francesi ad aver recepito ed elaborato la lezione attoriale di C. Chaplin. La recitazione della H. è sempre sopra le righe, a tratti grottesca e pantomimica come dimostrano le sue performance in altri due film del marito: il bizzarro divertissement fantascientifico Sur un air de Charleston (Su un motivo di Charleston, 1927) e La petite marchande d'allumettes (La piccola fiammiferaia, 1928), dove le sue qualità di «bambola meccanica» si esaltano nel mondo incantato dei giocattoli della fiaba di H.C. Andersen. La H. dà prova di uno stile interpretativo fortemente asciugato rispetto agli esordi nei film di A. Cavalcanti, come En rade (In rada, 1927), in cui ha il ruolo di una malinconica e remissiva cameriera schiacciata dall'ambiente opprimente di un bar del porto di Marsiglia. La sua breve carriera si conclude con un film tedesco di R. Gliese, C. Koch e L. Reiniger Die jagd nach dem Glück (La caccia alla felicità, 1930), girato muto e postsonorizzato con l'aggiunta di qualche incerto brano di dialogo balbettato dalla stessa H. e da Renoir che ne sono gli interpreti. Come una cometa la ex musa della famiglia Renoir riappare in un film sonoro di P. Chenal del 1935, Delitto e castigo: pur avendo a disposizione una piccola parte, la rende con una sensibilità e una sicurezza inaspettate.